a. Breve storia

La parrocchia di Santa Maria della Speranza è stata canonicamente eretta con decreto del 03/04/1968. La comunità ecclesiale è affidata, da sempre, per la guida educativo pastorale alla Congregazione Salesiana.

Nel 1965, anno che segna l’inizio della presenza salesiana nel quartiere Nuovo Salario, le attività parrocchiali facevano riferimento al Pontificio Ateneo Salesiano. L'anno successivo si è definitivamente costituita una comunità stabile inclusa nell'Ispettoria Romana "San Pietro". Attualmente con l’unificazione dell’Ispettoria Romana con l’Adriatica, la Ligure – Toscana e la Visitatoria Sarda, la comunità salesiana giuridicamente appartiene all’Italia Circoscrizione Centrale “Sacro Cuore” (ICC).

Da sempre le attività dell’opera sono state la Parrocchia e l'Oratorio Centro Giovanile.

Dall'anno di inizio di tutte le attività, la parrocchia è stata ospitata nei locali della vicina Università Pontificia Salesiana e nel 1988 è stata posta la prima pietra per la costruzione del nuovo complesso parrocchiale. Nel 1995 si è consacrata la nuova chiesa e si è trasferita tutta l'attività parrocchiale nei nuovi locali, posti sia su Via F. Cocco Ortu che su Piazza A. Fradeletto.

Escluso il primo, il parroco è stato sempre anche il superiore religioso della Comunità e si sono così succeduti: Don Pietro Gianola (un anno), Don Carlo Bressan (dieci anni), Don Carlo Filippini (otto anni), Don Savino Losappio (due anni), Don Stelvio Tonnini (undici anni), Don Ulderico Calisi (undici anni), Don Roberto Colameo (tre anni), Don Alvaro Forcellini (nove anni), Don Giorgio Zazza (attuale parroco).

b. La realtà territoriale e sociale

La parrocchia ecclesialmente è parte della IX Prefettura del Settore Nord della Diocesi di Roma mentre civicamente fa parte del Municipio Roma III (ex IV) del Comune di Roma Capitale e si trova, in particolare, nella zona “Nuovo Salario” del territorio più ampio che aveva come centro Val Melaina, prima zona dell’agro di Roma. (vedi allegato 1)

Il territorio può essere diviso in due grandi parti: a ovest e ad est di Piazza Vimercati/Via Monte Cervialto. Il quartiere è di consolidato assetto urbanistico di fabbricati edilizi, quindi non offre prospettive di crescita numerica di residenti.

La realtà abitativa del territorio vede una popolazione di circa 7200 famiglie con circa 22.000 abitanti complessivi con un lieve decremento negli ultimi anni.

Il quartiere, nato intorno agli anni '60 con prevalenza di giovani famiglie, oggi è composto in gran parte da anziani e pensionati. L’indice di vecchiaia risulta pertanto ancora significativo sebbene vi sia un abbassamento dell’età media in maniera appena avvertibile per il lento stanziarsi di nuovi nuclei famigliari in abitazioni ereditate dai nonni o dai genitori. Il rapporto tra nascite e decessi risulta da alcuni anni fermo al doppio dei decessi rispetto alle nascite (120/60).

La situazione delle famiglie vede: un minor numero di matrimoni, con prevalenza di unioni civili e l’innalzamento dell’età per le nozze; un aumento delle convivenze e delle famiglie mononucleari; il progressivo abbassarsi dell’indice di composizione media della famiglia dovuto anche, in parte, al calo delle nascite.

Si constata, inoltre: una nuova povertà nell’ambito familiare dovuta alla crisi di valori che dovrebbero sostenere la compagine familiare, causata da vari fattori relazionali, sociali ed economici; una “crisi della famiglia” con coppie anche giovani che sempre più frequentemente si separano e famiglie che vivono o subiscono separazione e divorzio; l’essenziale apporto dei nonni nell’aiutare genitori e nipoti sia praticamente che economicamente.

Con il perdurare della crisi finanziaria, nel quartiere si è registrato un impoverimento della popolazione con non pochi lavoratori inseriti nelle fasce più basse costretti a contratti a tempo determinato, con bassa retribuzione ed alla cassa-integrazione; persistono altresì situazioni di forte disagio sociale ed emarginazione con particolare necessità di assistenza a persone indigenti, agli anziani con maggiori fragilità ed ad un numero maggiore di persone diversamente abili e di minori.

I giovani nel quartiere sono uno spaccato della condizione giovanile in Italia e delle problematiche sociali collegate. A fronte di una auspicata normalità, si riscontrano infatti: un maggiore permanere a carico delle famiglie di origine; la dispersione di forze giovani ed inoccupate per mancanza di opportunità di lavoro; la crescita delle dipendenze da fumo, alcol e droghe, un maggiore abuso di nuove dipendenze quali quelle tecnologiche e legate ai media, ai social network e, in qualche misura, al gioco d’azzardo; il crescere di insicurezza ed instabilità sociale/relazionale nelle fasce più giovani.

In questa realtà, l’Oratorio di Santa Maria della Speranza, a fronte dell’insufficienza dei servizi messi a disposizione dagli organismi e dalle istituzioni presenti sul territorio, costituisce un importante centro di aggregazione e formazione per ragazzi ed adolescenti.

I cittadini stranieri nel territorio parrocchiale - prevalentemente colf, badanti ma anche occupati nel piccolo commercio - costituiscono circa il 5/6% della popolazione residente con uno stabilizzarsi dell’afflusso negli ultimi tempi e l’inserimento nel tessuto sociale del quartiere e dei bambini (attualmente, circa il 6/8% dell’infanzia in età scolastica è di origine straniera). I maggiori insediamenti delle diverse comunità sono: rumeni, filippini, bangladesi, cinesi, ucraini, peruviani, polacchi ed egiziani; in aumento il numero di stranieri rifugiati provenienti dai paesi africani con sistemazioni precarie, in attesa di regolarizzazione o di transito verso altre nazioni europee.

c.  La realtà salesiana pastorale

Nel nostro territorio parrocchiale oltre alla comunità salesiana della parrocchia esistono sei comunità SDB presso la Visitatoria “Maria sede della Sapienza” dell’Università Pontificia Salesiana, due comunità delle Figlie Maria Ausiliatrice e una comunità delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria che è presso l’Università Pontificia Salesiana e ne gestisce l’infermeria.

Le due comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice si dividono in due case distinte: l’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice che è la casa Generalizia della congregazione delle FMA e la casa Sacro Cuore dell’Ispettoria Romana San Giovanni Bosco, con le attività dell'Oratorio Centro Giovanile Salgen, della scuola dell’infanzia e primaria, del centro di formazione professionale C.I.O.F.S. e della scuola di inglese “La Bottega d’Europa”.

Dal 1996, l'oratorio Don Bosco delle FMA della Casa Generalizia si unisce all'oratorio - centro giovanile che ha sede nella parrocchia, e si dà il via ad una complessa ma proficua collaborazione tra FMA e SDB, insieme ai laici.

Nel corso degli anni sincera e stimolante considerazione nei confronti del carisma salesiano è stata manifestata dai corresponsabili parroci del territorio e operatori di ogni genere.

Il contesto ecclesiale quindi, è sempre stato molto favorevole alla presenza salesiana portatrice di uno stile e di una sensibilità pastorale specifica. Tutto ciò facilitato dalla presenza di servizi adeguati ai suoi fini istituzionali: una grande chiesa, sale e ambienti per l’Oratorio (anche se precaria la sua configurazione strutturale e povero di spazi esterni), sala della comunità (cinema-teatro).

L’accentuata fluidità da parte degli abitanti del territorio nella scelta della parrocchia per i servizi pastorali più comuni e più richiesti (catechesi per l’Iniziazione Cristiana, celebrazione dei sacramenti) rivela lo scarso senso di appartenenza alla comunità cristiana di residenza e rende difficile un’attività pastorale aggregante, continua e incisiva. Prevale ancora la concezione della parrocchia come “supermercato religioso” (S.E. Card. Vallini) a cui ci si rivolge per i servizi di cui si ha temporaneo bisogno.

Negli ultimi anni una maggiore continuità nella copertura di un ruolo-chiave per l’attività educativa giovanile (incaricato dell’oratorio) e il contributo di giovani confratelli stanno favorendo la qualificazione dell’oratorio come ambiente favorevole alla crescita umana e cristiana di chi lo frequenta, in sintonia con il progetto di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria salesiana e con il cammino della Chiesa locale.

Sempre buona e preziosa la collaborazione con l’UPS e con le comunità religiose femminili presenti nel territorio (FMA e FSC).  È auspicabile un maggiore dialogo con le istituzioni civili presenti sul territorio.

Nell’Opera Salesiana di Santa Maria della Speranza, a cui è affidata la cura pastorale della Parrocchia omonima, realizziamo la Comunità Educativa Pastorale (cfr Cost. 47). Coloro che assumono esplicitamente un servizio educativo e s’identificano con la Missione, il Sistema Educativo e la Spiritualità Salesiana, costituiscono il nucleo animatore, nel quale la comunità SDB offre il suo specifico.

In supporto alla pastorale liturgica la parrocchia si avvale di due accoliti istituiti, due lettori istituiti, quaranta lettori di fatto e di un gruppo di giovani ministranti. Il servizio di sacrestia è coperto da volontari. È attivo un nutrito numero di Ministri Straordinari della Comunione (17 persone), che, all’occorrenza, coadiuvano nella distribuzione della Comunione durante le Messe con maggiore affluenza di fedeli, e soprattutto nell’assistenza spirituale ai numerosi ammalati, portando loro la Comunione in casa.

 Per quanto riguarda le Sante Messe nei giorni feriali, ne sono celebrate due al mattino e una al pomeriggio; mentre nei giorni festivi ne sono celebrate quattro al mattino e una al pomeriggio. Ad esse va aggiunta una Messa vespertina prefestiva e nei periodi del catechismo una seconda per i ragazzi del cammino dell’Iniziazione Cristiana e le loro famiglie.

Nei periodi di Avvento e Quaresima si attivano sul territorio i Centri d’Ascolto della Parola (10/12) per la catechesi agli adulti. Animati da laici e da religiosi/e sono destinati particolarmente ad avvicinare persone che non frequentano abitualmente la parrocchia.

Positivi i cammini di catechesi per adulti avviati negli ultimi anni e ispirati alla proposta de “I dieci comandamenti” di don Fabio Rosini.

Le persone che collaborano con la parrocchia/oratorio, per svolgere le attività programmate dai gruppi e dalle associazioni presenti sono circa 200. (vedi allegato 2)

L’unica festa organizzata dalla Parrocchia, che si svolge in una piazza pubblica e cioè sul territorio, nell’arco di tutto l’anno, è la FESTINSIEME. Ciò avviene dal 1978. La festa include da sempre, nel calendario delle manifestazioni, la processione in onore di Maria Ausiliatrice.

Dal 1976 al 1989 la parrocchia ha gestito direttamente una Radio (Radio Speranza), accorpata alla Radio gestita direttamente dall’Ispettoria Romana (Radio Meridiano 12) e ora sospesa.

Nel 1978 esce un primo giornale parrocchiale dal titolo “La Voce della Speranza”, nei primi mesi del 1979 escono alcuni numeri di un giornale più strutturato chiamato “OCCHIO”.

Infine dal 1980 (7 dicembre) la parrocchia pubblica un periodico chiamato “MINIPRESS”. E’ curato da una équipe di laici in collaborazione con il Parroco. 

Al periodico Minipress, si affianca dal 2009, un prezioso e valido sito internet che risponde al seguente indirizzo: speranza.donbosco.it.

d. Organismi di partecipazione

Sei gli organismi di coordinamento e le strutture di partecipazione:

  • Il Consiglio Direttivo Parrocchiale: coincide con la comunità SDB cui è affidata la parrocchia ed è animato dal Direttore/Parroco.
  • Il Consiglio Pastorale Parrocchiale: vi partecipano sia religiosi sia laici. È composto dal parroco, dai salesiani impegnati in parrocchia, dalle suore in rap-presentanza delle due comunità FMA, da un rappresentante dell’UPS, da una rappresentante delle suore Sacri Cuori di Gesù e Maria, dall’incaricato dell’oratorio, dal coordinatore dei Salesiani Cooperatori, dal Presidente degli Ex Allievi/e di Don Bosco, dal responsabile dell’ADMA. Il CPP lavora normalmente diviso in sette commissioni e viene convocato in forma plenaria ogni due mesi. Per ogni singola commissione il Parroco ha nominato un referente responsabile. Le commissioni sono convocate ed animate singolarmente dai relativi referenti ogni due mesi. Ogni singola commissione ha scelto un altro rappresentante della commissione stessa che parteciperà di diritto alle riunioni del CPP. Infine ci sono cinque membri scelti unicamente dal Parroco e sei membri eletti dalla comunità. Le commissioni sono le seguenti: pastorale giovanile; catechesi per l’iniziazione cristiana; carità e problemi sociali; cultura e comunicazione; evangelizzazione e catechesi degli adulti (famiglia); liturgia e animazione spirituale; economia. Le realtà già esistenti in parrocchia, in relazione al loro compito pastorale, sono state suddivise nelle singole commissioni. (vedi allegato 3). Il CPP è presieduto ed animato dal parroco in collaborazione con un coordinatore laico.
  • Il Consiglio per gli Affari Economici: il parroco ne è il presidente ed è l’organo di collaborazione dei fedeli nella gestione amministrativa della parrocchia. Ne fanno parte l’economo della comunità religiosa, e quattro laici nominati dal parroco. Coadiuva il parroco nel predisporre il bilancio preventivo, elencando le voci di spesa prevedibili dei vari settori d’attività e individuando i relativi mezzi di copertura. Mette in evidenza nelle voci di spesa la priorità effettiva della scelta educativa-pastorale, in modo speciale a favore dei ragazzi e dei giovani.
  • Il Consiglio Oratoriano: è animato dall’incaricato dell’oratorio e composto dai salesiani impegnati nell’Oratorio e dai giovani in rappresentanza dei vari gruppi ed associazioni esistenti. Si incontrano per formarsi, comunicare e decidere circa la Pastorale Giovanile, in collaborazione con il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
  • La Consulta della Famiglia Salesiana: raduna tutti i responsabili dei gruppi della Famiglia Salesiana presenti in parrocchia con i delegati salesiani dei gruppi laicali.

L’Assemblea Parrocchiale: è convocata almeno una volta l’anno e presieduta dal parroco. È composta da tutti i parrocchiani per esprimere il significato unitario della comunità oltre le celebrazioni liturgiche, offrire occasioni di verifica, confronto e ascolto. Permette ad ogni membro della comunità di farsi presente.

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